vuole avere un figlio dal marito in coma http://notizie.virgilio.it/cronaca/vuole_figlio_marito_in_coma.html

Avere un figlio dal marito in coma. E' il desiderio di una donna della provincia di Pavia, che per avere un figlio dal marito malato terminale di tumore, si era rivolta agli specialisti di pma (procreazione medicalmente assistita).
Il professor Severino Antinori, una celebrità del settore, ha accolto le richieste della donna ed è intervenuto tempestivamente, procedendo al prelievo di liquido seminale del marito e alla sua conservazione in azoto liquido (- 197 gradi), in attesa di poter effettuare l'inseminazione artificiale.

Ma è violazione di legge, sostiene il Vaticano. «Un illecito grave» ha detto monsignor Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la vita «Per un atto di procreazione, come dice anche la legge 40, ci vuole la manifestazione esplicita del consenso di entrambi i futuri genitori».
La Chiesa non è la sola a rilevare la non percorribilità legale dell'iter avviato dal prof. Antinori. Da ben altri pulpiti, Domenico Danza, direttore del Centro Mediterraneo Medicina della riproduzione di Salerno e Consigliere generale dell'Associazione Luca Coscioni, fa notare anch'egli che la legge 40 del 2004 all'articolo 6 sancisce l'obbligo del consenso scritto della coppia, e nel caso specifico sembra che questo requisito manchi.


che ne pensate?

Io sono contro la legge 40...ho fatto di tutto all'epoca per abrogarla.
ma fa nascere un figlio sapendo di doverlo crescere da sola, perchè il papà già non c'è più....mi sembra sbagliato.

anch'io sono contro la legge 40, e sono dalla parte di quella donna, avrà ben riflettuto prima di arrivare a questo!

ma il bambino nascerà senza un padre...mi fa un po trisezza, anche se capisco la disperazione di quella donna.

quanti bambini crescono senza un padre e anche poco amati dalle madri? almeno lei lo amerebbe alla follia, visto che rappresenta anche un pezzo del marito che non ci sarà più

è una decisione difficile e penso che spetti alla donna e al marito, spero ne abbiano parlato. e se il marito non fosse in coma ma comunque terminale?
potremmo noi o chiunque altro sindacare sulle loro scelte?

Quello che non capisco ancora una volta è la posizione della chiesa, Eluana era una donna viva, con le mestruazioni, che poteva procreare
e questo no!?

oliva ha scritto:è una decisione difficile e penso che spetti alla donna e al marito, spero ne abbiano parlato. e se il marito non fosse in coma ma comunque terminale?
potremmo noi o chiunque altro sindacare sulle loro scelte?

Quello che non capisco ancora una volta è la posizione della chiesa, Eluana era una donna viva, con le mestruazioni, che poteva procreare
e questo no!?

sono pienamente d'accordo con te!
ma perchè alle persone non si lascia la libertà di decidere per la propria vita senza dover stare sempre a sindacare?

annamaria ha scritto:

oliva ha scritto:è una decisione difficile e penso che spetti alla donna e al marito, spero ne abbiano parlato. e se il marito non fosse in coma ma comunque terminale?
potremmo noi o chiunque altro sindacare sulle loro scelte?

Quello che non capisco ancora una volta è la posizione della chiesa, Eluana era una donna viva, con le mestruazioni, che poteva procreare
e questo no!?

sono pienamente d'accordo con te!
ma perchè alle persone non si lascia la libertà di decidere per la propria vita senza dover stare sempre a sindacare?

pienamente d'accordo con voi!

Bè allora dobbiamo chiederci perché la chiesa approva il caso contrario: cioè il caso di una donna incinta mantenuta in vita dalle macchine. Si sono verificati decine di casi di questo tipo, uno di questi è avvenuto a Genova qualche anno fa: lo sapete che diceva la chiesa? Che le macchine andavano staccate dopo il parto della donna, cerebralmente morta a causa di un incidente...Tettamanzi, in particolare, fu un caldo sostenitore della posizione "pro-vita".

Ora, se è per esempio il padre a volere il figlio della donna in coma, allora va benissimo, c'è l'approvazione di tutti.
Se è la donna, invece, a fare questa richiesta, ecco che viene tacciata di egoismo e quant'altro. Scusatemi se sono ripetitiva, ma questo è l'ennesimo esempio del maschilismo non solo della chiesa, ma del senso comune...infatti molti facilmente condannano questo tipo di richieste se vengono da donne, ma il caso contrario non si dà.

(Ricordo, anche, che la chiesa ritiene che in caso di "conflitto madre-feto", ovvero nel caso in cui ad esempio una donna incinta è malata di cancro e la gestazione la costringe a non fare le cure che impediscono alla malattia di progredire, ecco per la chiesa in questo caso è giusto che la donna interrompa le cure, il che può equivalere a dire, è giusto che la donna si lasci morire.)

Secondo me anche in questo caso bisognerebbe chiamare in causa un testamento biologico...che dia delle direttive vincolanti sulla propria vita procreativa "post-mortem". In questo caso, se l'uomo in questione avesse lasciato scritto per esempio di essere favorevole all'uso del suo seme in caso di coma, sarebbe tutto più semplice. Lo stesso dovrebbe valere per la donna.

Scarabocchia ha scritto:Bè allora dobbiamo chiederci perché la chiesa approva il caso contrario: cioè il caso di una donna incinta mantenuta in vita dalle macchine. Si sono verificati decine di casi di questo tipo, uno di questi è avvenuto a Genova qualche anno fa: lo sapete che diceva la chiesa? Che le macchine andavano staccate dopo il parto della donna, cerebralmente morta a causa di un incidente...Tettamanzi, in particolare, fu un caldo sostenitore della posizione "pro-vita".

Ora, se è per esempio il padre a volere il figlio della donna in coma, allora va benissimo, c'è l'approvazione di tutti.
Se è la donna, invece, a fare questa richiesta, ecco che viene tacciata di egoismo e quant'altro. Scusatemi se sono ripetitiva, ma questo è l'ennesimo esempio del maschilismo non solo della chiesa, ma del senso comune...infatti molti facilmente condannano questo tipo di richieste se vengono da donne, ma il caso contrario non si dà.

(Ricordo, anche, che la chiesa ritiene che in caso di "conflitto madre-feto", ovvero nel caso in cui ad esempio una donna incinta è malata di cancro e la gestazione la costringe a non fare le cure che impediscono alla malattia di progredire, ecco per la chiesa in questo caso è giusto che la donna interrompa le cure, il che può equivalere a dire, è giusto che la donna si lasci morire.)

Secondo me anche in questo caso bisognerebbe chiamare in causa un testamento biologico...che dia delle direttive vincolanti sulla propria vita procreativa "post-mortem". In questo caso, se l'uomo in questione avesse lasciato scritto per esempio di essere favorevole all'uso del suo seme in caso di coma, sarebbe tutto più semplice. Lo stesso dovrebbe valere per la donna.

se l'uomo in questione prima di entrare in coma ha dichiarato che questo era un suo desiderio sono pienamente d'accordo con te!

fiordaliso85 ha scritto:

Scarabocchia ha scritto:Bè allora dobbiamo chiederci perché la chiesa approva il caso contrario: cioè il caso di una donna incinta mantenuta in vita dalle macchine. Si sono verificati decine di casi di questo tipo, uno di questi è avvenuto a Genova qualche anno fa: lo sapete che diceva la chiesa? Che le macchine andavano staccate dopo il parto della donna, cerebralmente morta a causa di un incidente...Tettamanzi, in particolare, fu un caldo sostenitore della posizione "pro-vita".

Ora, se è per esempio il padre a volere il figlio della donna in coma, allora va benissimo, c'è l'approvazione di tutti.
Se è la donna, invece, a fare questa richiesta, ecco che viene tacciata di egoismo e quant'altro. Scusatemi se sono ripetitiva, ma questo è l'ennesimo esempio del maschilismo non solo della chiesa, ma del senso comune...infatti molti facilmente condannano questo tipo di richieste se vengono da donne, ma il caso contrario non si dà.

(Ricordo, anche, che la chiesa ritiene che in caso di "conflitto madre-feto", ovvero nel caso in cui ad esempio una donna incinta è malata di cancro e la gestazione la costringe a non fare le cure che impediscono alla malattia di progredire, ecco per la chiesa in questo caso è giusto che la donna interrompa le cure, il che può equivalere a dire, è giusto che la donna si lasci morire.)

Secondo me anche in questo caso bisognerebbe chiamare in causa un testamento biologico...che dia delle direttive vincolanti sulla propria vita procreativa "post-mortem". In questo caso, se l'uomo in questione avesse lasciato scritto per esempio di essere favorevole all'uso del suo seme in caso di coma, sarebbe tutto più semplice. Lo stesso dovrebbe valere per la donna.

se l'uomo in questione prima di entrare in coma ha dichiarato che questo era un suo desiderio sono pienamente d'accordo con te!

ti quoto in pieno, salvo poi fare una legge che non serve a scegliere niente

dove l'hai pescata l'emoticon di berusconi
:pianto: :pianto:

eheheh, carina vero???

non vorrai mica che ti riveli lemie fonti? :vb: